L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che studia lo sviluppo delle ossa mascellare e mandibolare ed il corretto posizionamento degli elementi dentari. Il loro sviluppo, il loro rapporto e la corretta posizione dei denti è prevedibile.
L’ortodonzia intercettiva prevede l’utilizzo di dispositivi che hanno lo scopo di agire sullo sviluppo delle ossa nel caso di difetti, per lo studio di un corretto piano di terapia ortodontica.
Fondamentale é il ruolo che riveste la prevenzione nel campo dell’ortodonzia pediatrica. Uno screening precoce delle funzioni masticatorie e dell’occlusione del bambino consente, già in presenza dei denti decidui o da latte, di evidenziare eventuali disallineamenti dentali o anomalie scheletriche (mascellari e mandibolari).
Tali alterazioni, intercettate durante il periodo di crescita, possono essere corrette mediante l’ausilio di apparecchi ortodontici, evitando il ricorso ad eventuali estrazioni o alla chirurgia ortognatica. La terapia ortodontica intercettiva precoce, se necessaria, consente di evitare i lunghi e tradizionali trattamenti ortodontici in età adolescenziale.
Una prima visita ortodontica specialistica è consigliabile fra i 3 ed i 6 anni di età in quanto una crescita non armonica delle basi ossee o un’alterata funzione della masticazione, respirazione e deglutizione può essere corretta, se intercettata precocemente, e trattata più facilmente e con più efficacia durante questo periodo della crescita. Una malocclusione, anche in fase di dentatura da latte, può essere il segno di una disarmonia dento-scheletrica. La visita non si limita a valutare la bocca e la posizione dei denti, ma anche un’analisi approfondita del viso, della muscolatura, delle articolazioni.
Tutti i questi elementi devono essere controllati e posti in correlazione per formulare una diagnosi e prospettare al paziente la migliore risoluzione. Radiografie, fotografie e sviluppo di modelli di studio in gesso servono per formulare una diagnosi (condizione iniziale), e una prognosi, e cioè di prevedere la crescita mediante un sofisticato programma computerizzato, che tiene conto di parametri individuali, oltre al sesso, età e razza, e di pianificare un piano di trattamento ad hoc.
In tutti quei pazienti in cui si è stabilita una reale indicazione, una terapia ortodontica precoce offre molte opportunità: guidare la crescita dell’osso mascellare e della mandibola; ampliare il palato nel caso di morso incrociato; correggere l’eccessiva protrusione del mascellare e degli incisivi superiori e ridurre così il rischio di trauma degli elementi stessi (II classe); correggere la retrusione del mascellare e la protrusione della mandibola (III classe); eliminare i problemi legati ad abitudini viziate (succhiamento del dito, interposizione tra i denti della lingua, interposizione tra i denti del labbro inferiore, respirazione orale, fonazione non corretta); favorire una corretta eruzione dei denti permanenti.
Tra i 9 e i 12 anni, se il bambino ha una crescita osseo-scheletrica regolare ed armonica, l’attenzione verrà rivolta alla permuta: si valuta lo spazio disponibile per i denti permanenti lungo le arcate e si pianificano gli eventuali interventi per guidarne il percorso eruttivo. Terminata la permuta dentaria si valuta la necessità di una fase di allineamento e correzione dei rapporti per consolidare l’occlusione. Quando vi è una congruenza tra le basi scheletriche, gli obiettivi sono l’allineamento dei denti e il miglioramento del profilo. Se, invece, vi è una disarmonia scheletrica allora questa va corretta chirurgicamente e contemporaneamente al raddrizzamento dei denti.